I turisti italiani
all’estero non sono sempre motivo di orgoglio nazionale.
Quando arrivano in
porto, si distinguono subito.
Ostentano grande
perizia nautica, ormeggiano gesticolando e impartiscono ordini a destra e a
manca come se il porto fosse a loro esclusiva disposizione.
Scendono a terra con un
fare da “capitani di lungo corso”, cercano subito il caffè e si lamentano
perché non è come quello “che si fa in Italia”.
Parlano ad alta voce ed
urlano al cellulare per farsi sentire meglio...
Sono sedicenti, le baie
più belle le conoscono solo loro; vestono rigorosamente marina yachting.
Al ristorante ordinano
per dieci anche se sono solo in cinque.
Salutano tutti con
calorose pacche sulla spalla, sono degli insostenibili simpaticoni e quando
capiscono che sei un connazionale cercano di coinvolgerti i questi beceri
rituali.
Ma al di là delle
differenze, di fronte alla nazionale che gioca ai mondiali, insieme a Balotelli
che canta l’inno di Mameli, torniamo tutti ad essere "Fratelli d'Italia".
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