La monogamia è di certo la parola più trasgressiva che io conosca,
perché da sempre trasgredita.
Già negli anni ’50 l’antropologa Margaret Mead affermava
che la monogamia è il più difficile dei rapporti coniugali e anche uno dei più
rari.
La monogamia genera infedeltà, ed è un dato di fatto, le avventure extra
coniugali sono comuni a tutte le culture, e in tutto il mondo.
La monogamia dipende da aspetti
culturali e su questo gli studiosi sono d’accordo, per alcuni è addirittura contro natura.
Biologi, etologi e antropologi sono concordi: il
tradimento è una vera necessità biologica, il trionfo della natura sulla
cultura.
Secondo un gruppo di studiosi di antropologia darwinistica, di
psicologia evoluzionistica, uomini e donne sono "costretti" in senso
biologico, a tradire.
L'uomo e la donna sono naturalmente promiscui per necessità genetica primaria, quella di
riprodursi.
Il tradimento è una forma di selezione naturale? Oppure è la nostra
società a non essere adatta alla monogamia?
La "guerra dei sessi"
si combatte dunque fra maschio e femmina, all'insegna della darwiniana
selezione naturale per il miglioramento della specie?
La poliginia è diffusa nel 90 per cento delle
culture.
Aver più mogli è indice di ricchezza, nelle culture
poliginiche le donne si dividono i compiti, non ci sono baby sitter, taghes
mutter, una ancestrale modalità di conciliazione lavoro-figli.
Se un uomo con più mogli è un modello che
funziona, una donna con più uomini è un articolo di nicchia. Anche nelle “ poli-famiglie” non ci sono pari opportunità…..
Ma se è vero che infedeli si nasce, fedeli si può diventare….
Secondo una ricerca dell’Universita’ di Cambridge
la monogamia non e’ altro che l’evoluzione di una strategia di accoppiamento.
La monogamia oggi nella nostra società, mossa dalle
dinamiche di mercato, è dunque una risposta al bisogno di sicurezza
materiale?
“Uniti nella buona e cattiva sorte finchè mutuo
non ci separi….?