giovedì 25 settembre 2014

MONOGAMIA E TRASGRESSIONE


La monogamia è di certo la parola più trasgressiva che io conosca, perché da sempre trasgredita.

Già negli anni ’50 l’antropologa Margaret Mead affermava che la monogamia è il più difficile dei rapporti coniugali e anche uno dei più rari.

La monogamia genera infedeltà, ed è un dato di fatto, le avventure extra coniugali sono comuni a tutte le culture, e in tutto il mondo.
 
La monogamia dipende da aspetti culturali e su questo gli studiosi sono d’accordo, per alcuni è addirittura  contro natura.

Biologi, etologi e antropologi sono concordi: il tradimento è una vera necessità biologica, il trionfo della natura sulla cultura.

Secondo un gruppo di studiosi di antropologia darwinistica, di psicologia evoluzionistica, uomini e donne sono "costretti" in senso biologico, a tradire.
 
L'uomo e la donna sono naturalmente promiscui per  necessità genetica primaria, quella di riprodursi.

Il tradimento è una forma di selezione naturale? Oppure è la nostra società a non essere adatta alla monogamia?

La "guerra dei sessi" si combatte dunque fra maschio e femmina, all'insegna della darwiniana selezione naturale per il miglioramento della specie?

La poliginia è diffusa nel 90 per cento delle culture.

Aver più mogli è indice di ricchezza, nelle culture poliginiche le donne si dividono i compiti, non ci sono baby sitter, taghes mutter, una ancestrale modalità di conciliazione lavoro-figli.

Se un uomo con più mogli è un modello che funziona, una donna con più uomini è un articolo di nicchia. Anche nelle  “ poli-famiglie” non ci sono pari opportunità…..

Ma se è vero che infedeli si nasce, fedeli si può diventare….

Secondo una ricerca dell’Universita’ di Cambridge la monogamia non e’ altro che l’evoluzione di una strategia di accoppiamento.

La monogamia oggi nella nostra società, mossa dalle dinamiche di mercato, è dunque una risposta al bisogno  di  sicurezza materiale?

“Uniti nella buona e cattiva sorte finchè mutuo non ci separi….?

mercoledì 17 settembre 2014

LA CATARSI DEL PIANTO


Il pianto è democratico, dai tempi dei tempi tutti possiamo piangere quante più lacrime vogliamo!

Piangiamo per protesta, per un' ingiustizia subita, piangiamo singhiozzando o  in silenzio, piangiamo anche senza lacrime.

Ma perché piangiamo? Ognuno ha una sua risposta comunque piangere sembra ristabilire le cose, non le risolve ma ci allevia dal peso di sostenerle.
 
La funzione sociale del pianto è ricevere sostegno, l’impatto emotivo delle lacrime dipende da chi ci circonda il pianto varia da persona a persona e dalla situazione. Pare che la capacità di piangere sia collegata all’esperienza della prima infanzia. Chi ha avuto  genitori intolleranti al pianto  oggi è un  adulto che si vergogna di piangere.

Non piangiamo perché pensiamo di essere deboli, abbiamo paura di lasciarci andare e  temiamo il giudizio di chi ci vede piangere.

Oggi il pianto non è più solo appannaggio delle donne. Da Obama a Napolitano anche gli statesmen piangono così come piangeva Agamennone: il pianto degli eroi.

Pare però che gli  uomini piangano meno di noi donne ed ancora oggi  il pianto al femminile è segno di debolezza e fragilità; il pianto al maschile è invece segno di forza e coraggio di chi non ha paura delle proprie emozioni.
 
Nessun uomo resiste al pianto di una donna, bastano due lacrime per sciogliere anche il più rude fra gli uomini. Il pianto della donna scatena forse nell’uomo degli atavici sensi di colpa?

Alcuni studi hanno dimostrato come in realtà la lacrima liberi messaggi chimici che abbassano il livello di testosterone inibendo di conseguenza l’aggressività maschile. Quindi alle volte meglio un bel pianto piuttosto che tante parole!

Non tutti riescono a piangere; oggi ci controlliamo a tal punto  da perdere la capacità di piangere.

Ogni pianto perso equivale ad un’emozione repressa.

Piangere fa bene alla salute, le lacrime fanno scaricare lo stress all’istante.

In Giappone dove, si sa  piangere è un vero tabù, organizzano corsi di pianto. Veri e propri stages del pianto per sciogliere la tensione e  lasciarsi andare. Takashi Saga, lo stratega del pianto che ha dato vita a questo filone, si definisce il sommelier del pianto e sceglie come ottimi vini d’annata canzoni, film strappalacrime per rendere tutti più felici.

Lacrime di coccodrillo, lacrime d’amore, lacrime “napulitane”, lacrime dolci o salate, l’importante è riuscire a piangere, perché “Gli occhi che piangono di più sono quelli che vedono meglio  (Victor Hugo).

 

 

giovedì 11 settembre 2014

SEGNI DEI NOSTRI TEMPI (BILANCIA)


La Bilancia, il segno dell’amore, dell’equilibrio e della giustizia! Dominata da “Venere”, cerca la bellezza in ogni cosa, perché nel bello trova l’armonia.

Per i bilancia è più che mai attuale l’ideale di perfezione che nella Grecia classica era rappresentato dalla  “Kalokagathìa”: bello e buono, estetica ed etica un unicum indissolubile.

Amanti della  bellezza in tutte le sue forme, rendono bello tutto ciò che li circonda.

Pratici, disinvolti e senza pregiudizi,  sanno essere razionali ed imparziali all’occorrenza. Hanno un innato desiderio di pace e di svago e amano prendersi momenti di riposo. Intuitivi e pragmatici  scelgono a colpo sicuro le situazioni più congeniali.

Pacifici di natura, detestano conflitti e le reazioni incontrollate, sono spesso accomodanti, ma guai a chi limita  la loro autonomia o a interferisce nei loro progetti!

Un po’ pigri ma dei veri caterpillar quando si tratta di raggiungere un obiettivo che hanno a  cuore.

I bilancia sono attratti dalle persone affascinanti, dai  luoghi alla moda ma sanno muoversi in ogni ambiente dal cocktail party al 56 ° piano di un elegante Rooftop bar, alla trattoria casareccia “Da Sora Pina”.

Sono dei veri stylist della vita!

Diplomatici, dotati di un “savoir faire” raffinato, hanno grande capacità di adattamento e  nel lavoro sanno creare sempre il clima giusto. Affabulatori nati, conquistano con la seduzione delle loro parole. Possono essere  quindi ottimi team leader o avvocati.

Ma ciò che più conta nella vita è l’amore, il grande amore!


Vitali e entusiasti, i bilancia innamorati rendono “l’oggetto del loro amore” speciale, meraviglioso, unico al mondo e inimitabile!

Vivere in coppia è la condizione ideale, così come la continua ricerca di stabilità.

Ma quanta fatica per noi bilancia, in una società “liquida”, incerta, precaria, in continua trasformazione e  che richiede un rapido adattamento a ruoli e forme di legame nuovi,  mantenerci  in equilibrio……

lunedì 8 settembre 2014

C’ERA UNA VOLTA CAROSELLO


Spiegare cosa ha rappresentato Carosello per noi bambini negli anni 60, non è facile. Aspettare Carosello era una vera emozione. Andava in onda dalle 20.50  alle 21 tutti i giorni e dopo Carosello tutti a letto! Era un appuntamento irrinunciabile.
 
E come dimenticare Topo Gigio e i pavesini ( che non mi sono mai piaciuti ma li compravo ugualmente!), il pulcino Calimero “piccolo e nero”, le avventure del gigante buono e di  Jo Condor con  la sua celebre frase :“E che c’ho scritto Jo condor!”

Carosello ha creato  personaggi,  caricature e modi di dire che ricordiamo ancora oggi.

Venti anni di vita, dal 1957 al 1977,  per diffondere migliaia di pubblicità. Sono andate in onda più di 30000 scenette realizzate da registi famosi come Fellini  o Pasolini, con la partecipazione di attori del mondo dello spettacolo italiano: da Totò a Nino Manfredi.

Ogni scenetta durava due minuti  e trentacinque secondi la reclame vera e propria del prodotto solo 35 secondi.

Trasmesso, sull’unico canale nazionale, ha rappresentato l’unico veicolo pubblicitario per molti anni.

Non era ancora il tempo delle tv private, la pubblicità non interrompeva i programmi  televisivi, “come in America”. La pubblicità non era invasiva e non potevi cambiare programma.

La pubblicità era amica, la aspettavi, Carosello ci rassicurava sulla qualità del prodotto, garantendone l’importanza e l’autorevolezza “l’ha detto la televisione”…

Un  programma di straordinaria efficacia per la costruzione della società dei consumi. Le esigenze degli italiani vengono spostate dal piano dei bisogni primari a quelli secondari.
 
Carosello per la prima volta ci offre un nuovo modello di vita e di società identificando consumo e qualità della vita.

Chi non ha negli occhi la sofisticata lady vestita di giallo che chiede all’autista della sua lussuosissima limousine: “Ambrogio.. la mia non è proprio fame …è voglia di qualcosa di buono…”. Erano gli anni 90 e la pubblicità era già entrata nelle nostre case come un ospite scomodo.

Oggi Carosello Reloaded su rai 1 dal 2013 per “rilanciare, stimolare, rigenerare  la voglia di fare pubblicità”, è multimediale ma non ha più lo stesso fascino.

I nostri figli, nativi digitali, hanno un diverso candore, forse meno ingenuo ma ancora oggi Calimero e i suoi nuovi amici, nel format cartoon, riescono a distrarli dai viedeogiochi.... 

lunedì 1 settembre 2014

BARBIE (UNA SPLENDIDA ULTRACINQUANTENNE.....)


Barbara Millicent Roberts, in arte, Barbie, la bambola più famosa e più venduta nel mondo, oltre un miliardo in più di 150 nazioni, tre al secondo, nasce il 9 marzo 1959.

Creata da Ruth Handler, è bella, alta, bionda, fisico statuario con le curve al posto giusto, una donna bell’e fatta.

Niente a che vedere con i bambolotti da ninnare, il nuovo  mito delle bambine anni 60.

Ricordo bene la  mia prima Barbie in costume da bagno ed abbronzata, era il 1971, e per me Malibù era il suo nome, che ne sapevo allora della California e delle sue spiagge…

Vera icona di stile con le sue mise sempre fashion, da  Yves Saint Laurent, ad Giorgio Armani non si contano gli stilisti che hanno creato abiti su misura anche per lei.

Musa ispiratrice, nel 1985  l'ha immortalata anche Andy Warhol.

Barbie non è solo bella, è anche istruita e bon ton, ha frequentato la Willows High School a Willows, Wisconsin e la Manhattan International High School a New york.

E’ una donna che lavora, ha svolto oltre 150 lavori diversi: è stata astronauta, ballerina, conduttrice televisiva, cantante rock, hostess, ma anche, manager, sergente dei Marines, infermiera e ovviamente top model!

E’ impegnata politicamente, nel 2004 ha annunciato la sua campagna elettorale per diventare presidente degli Stati Uniti, rappresentando il Partito delle Ragazze, con un vero e proprio programma elettorale.

Barbie è healty, ha praticato ogni tipo di sport, dai pattini all'equitazione, dal basket all’atletica ed ama gli animali, ne ha avuti trentotto perfino un panda e una zebra.

Barbie è politicamente corretta, ha tanti amici anche multietnici.

La sua vita, tra ville, case, auto di lusso e viaggi, è naturalmente fantastica!

Fidanzata da 43 anni con l’inossidabile Ken, nel 2004, lo lascia, torna single e poi decide di sposarlo nel 2011 alla bell’età di 52  anni, con tanto di velo e vestito bianco!

L’evergreen Barbie è oggi infatti una splendida ultracinquantenne, una donna che cambia con i tempi.

Da  modella a donna in carriera, con cinque lifting e restyling in attivo, Barbie è l’evoluzione di un mito senza tempo e senza età, oppure rappresenta davvero la donna di oggi? E quale donna?

Quella un po’ frivola e modaiola oppure quella libera consapevole di se e delle proprie scelte?