giovedì 31 luglio 2014

I CONFINI DELL’AMORE (Amore & Co)


L’amore non ha confini? Ma è davvero così?

Di certo non  ha confini per  Jack Harries, che ha fatto il giro del mondo in ventotto ore, dal Regno Unito all'Australia,  per festeggiare il diciannovesimo compleanno della fidanzata.
Il  viaggio,  rigorosamente documentato nel video diario intitolato “A Film for Ella”, e pubblicato sul web, ha commosso l’intero popolo mediatico che lo ha eletto “fidanzato dell’anno”.

Ma, questo giovane cavaliere degli anni 2000, è davvero un nuovo eroe romantico o semplicemente un narcisista egocentrico con tendenze ad un esibizionismo compulsivo?

L`amore pretende vicinanza, contatto, la presenza di chi ami. L’amore non prevede distanze e il distacco è  inevitabilmente sofferenza.

La nostra è una società di migrazione. Sempre di più ci  spostiamo costretti da motivi di lavoro, di studio o semplicemente mossi dal desiderio di fare nuove esperienze.

Una volta si partiva anche per andare al fronte, poi per la leva. Chi di noi “anta” non ha provato la lunga attesa della naia, quando il servizio militare era ancora obbligatorio? L’attesa delle lettere, delle chiamate interurbane sul telefono fisso, magari in duplex. 

Oggi le moderne tecnologie assicurano una comunicazione in tempo reale. Con una semplice webcam ci si può parlare, scrivere e guardarsi negli occhi.  
La tecnologia aiuta,  ma non può sostituire il calore di un abbraccio!

Eppure gli scienziati non hanno dubbi: l’amore a distanza pare migliore di quello vissuto ogni giorno. Una conferma arriva dalla Cornell University dello Stato di New York, i cui studiosi hanno dimostrato come le coppie separate da chilometri abbiano conversazioni più lunghe e profonde delle altre.
Comunque sia per gestire una relazione a distanza occorre essere buoni pianificatori per programmare gli  incontri, scegliere i luoghi adatti, stabilire tempi, assicurandosi momenti esclusivi da condividere e soprattutto da ricordare.
Una relazione a distanza poi , non può prescindere dalla fiducia in se stessi e nei propri sentimenti.
La nostalgia, la tristezza, le paure vanno espresse senza timori perché condividere le emozioni crea quella confidenza necessaria in ogni tipo di relazione affettiva.
La lontananza spesso è un pretesto, un alibi per non ammettere la propria incapacità di vivere un rapporto di coppia responsabile. La lontananza può essere quindi  un banco di prova necessario per chi sta insieme per abitudine.

Chissà magari aveva ragione Modugno quando negli anni 70 cantava “ La lontananza è come il vento che fa dimenticare chi non s’ama”.

 

 

martedì 29 luglio 2014

FAST LOVE (Amore & Co)


Amore la parola più inflazionata dei nostri tempi! Ma quale amore?

In una società   instabile, effimera, incerta che caratterizza la vita di ognuno di noi contagiando , inevitabilmente, anche i legami affettivi e sentimentali, come viviamo l’amore?
In una  cultura consumistica come la nostra, fatta di soluzioni pronte per l'uso, risultati immediati, facili senza troppa fatica, amare non è affatto facile.

Anche l’amore diventa un prodotto da consumare e smaltire.
Siamo ancora una volta lontani  dal “darsi
” per arricchire di se l’altro.

L’amore di pronto consumo obbedisce alla logica dello shopping, alla regola delle 3C: compro/consumo/compro, un circolo vizioso auto-riproduttivo.

Un’ amore a scadenza.  Il  lungo termine, oggi, è insostenibile. Meglio una relazione usa e getta poco impegnativa, magari virtuale che consente rapidamente di entrare ed uscire a proprio piacimento e in cui distacco e disimpegno sono la regola, che investire nell’amore.

Perché l’amore è un investimento ad alto rischio che nessun buon  brooker  ti consiglierebbe di giocare in borsa!

L’amore è figlio del  tempo che viviamo, oggi siamo liberi, di scegliere chi e come amare.

In un mondo pieno  di ricche “tentazioni” viviamo divisi fra il bisogno di appagamento, desiderio di emozioni  e difficoltà di sostenere un legame.

La tentazione ci  libera dall’abitudine, cedere alle tentazioni ci riconduce alle nostre abitudini, a dirla come il filosofo Emmanuel Lévinas, una “tentazione della tentazione”… ma  su come uscire da questo loop non ci sono ne regole ne certezze….

 

L'ESTATE CHE NON C'E'


L’estate la stagione più attesa dell’anno, come una primadonna si fa ancora attendere.

Il clima impazzito di questi ultimi mesi, la pioggia, il clima ballerino, ci disorientano.

Bombe d’acqua, grandine, trombe d’aria esondazioni, allarme e stato di emergenza al nord Italia, nubifragi, allagamenti, strade chiuse, traffico in tilt a Roma, black out al Sud: una vera e propria estate apocalittica!

Il tempo rimane ancora  instabile sul nostro “paese d’ ’o sole”. Temporali e rovesci si alternano a fugaci  momenti di tregua.

Piogge e rovesci soprattutto sulle Alpi non risparmiano il nostro inossidabile Sud!

Fra crisi economica e maltempo le ferie sono in standby.

C’è chi ha deciso salomonicamente di restare a casa, chi monitorando con attenzione maniacale le previsioni meteo approfitta, mordi e fuggi, di una “finestra” sole per passare una giornata al lago o al mare.

Stagione nera anche per gli operatori di settore. Prenotazioni in calo e disdette si abbattono come una mannaia!

Un anno senza estate, il meteo l’aveva predetto! Instabilità e temporali incombono come un anatema su di noi!

Pare sia tutta colpa dell’anticiclone delle Azzorre, la figura barica termoregolatrice per antonomasia!

Quest’anno l’alta pressione oceanica,  ha cambiato direzione, dall’Atlantico  ha spinto l’aria calda sub-tropicale verso l’Islanda fino alle latitudini artiche.

Che anche l’anticiclone, stanco di prezzi choc, spiagge affollate e disservizi, abbia deciso di andare in ferie al nord….

Aspettando la prossima estate, come nel tormentone di Piero Focaccia del 1963, non ci resta che cantare: caro anticiclone “per quest’anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare per poterti rivedere per tornare per restare insieme a te”!

 

 

lunedì 28 luglio 2014

SKINNY VS CURVY


L’opulenza non è più vista come segno di benessere, le giunoniche forme delle donne del Rubens sono decisamente passate di moda.
Grasso è out! I canoni estetici sono cambiati e per  noi donne sempre di più “magro è bello”!
Il rapporto bellezza magrezza e direttamente proporzionale e non c’è donna che sia soddisfatta del suo peso.
Viviamo nel culto del magro dimenticando che mantenersi in forma e avere un peso equilibrato fa bene sia alla mente che al corpo: “mens sana in corpore sano”.
La società impone un modello di “magro, felice e di successo”.
 
Grasso non è politicamente corretto neppure su Instagram che ha rimosso  il  selfie  di Samm Newman in mutande e reggiseno, taglia 58 e bloccato il suo account per «violazione delle linee guida della comunità».
Però secondo uno studio americano, condotto dai ricercatori della Southern Methodist University di Dallas, le coppie felici tendono ad ingrassare rispetto a quelle in crisi.
Comunque sia, il grado di soddisfazione di noi tutti è proporzionato a quanto pesiamo!
 
Ma come dice il film “Hairspray”, remake dell’intelligente e divertente musical di Brodway
“Grasso è bello”???
Susanne Eman, che già pesa 340 chili e vuole raggiungere il peso record di 730 kg, sta coronando il suo sogno d’amore sposando Parker Clack, chef di professione, un vero e proprio “grasso, grosso matrimonio americano”.
Trina Hall ha deciso di ingrassare di 18 chili per dimostrare che l’aspetto fisico non è tutto. Un esperimento naufragato fra sensi di colpa e paura di non piacere e non piacersi.
 
Il mito di un corpo perfetto, il bisogno di riconoscimento sociale, va oltre ogni buon proposito.
 
Recentemente nel mondo della moda stanno emergendo le modelle “abbondanti”.
Candice Huffine, 90-60-90 per 90 chili ha conquistato The Cal, il calendario Pirelli 2014, entrando così nella storia delle top model come superstar ”curvy”.
Un modo per sdoganare un’immagine di bellezza diversa o un ennesimo escamotage pubblicitario?
Dall’anoressica Twiggy alle forme extralarge, ancora una volta dalle luci della ribalta è esclusa la donna di tutti i giorni, quella della porta accanto, perché si sa, la normalità non ha "peso".............
 

giovedì 24 luglio 2014

LA CRONACA ROSA HA CAMBIATO COLORE


Da sempre i flirt e gli scandali fanno notizia. La cronaca rosa, quella che racconta la vita privata dei vips da sempre affascina l’immaginario femminile.

Io figlia degli anni sessanta, una “baby boom”, ricordo bene i giornali scandalistici di allora.
 
Erano anni di fiducia, si credeva  ancora nel grande miracolo  italiano!

Negli  anni 60, gli anni della dolce vita  tra  nuove mode, il twist, la minigonna, la beat generation, la donna da massaia inizia a farsi spazio nel mondo del lavoro sognando sempre il principe azzurro e un matrimonio in bianco.

Il tradimento femminile era ancora  reato e facevano notizia la spregiudicata Brigitte Bardot e  la plurisposata Elizabeth Taylor già al suo “ennesimo” divorzio!

In Italia non c’era il divorzio, le donne separate erano un eccezione e le separazioni facevano  ancora scandalo!

Mina, l’icona della donna emancipata, per la sua  relazione adulterina con lo sposatissimo Corrado Pani, fu allontanata dalla Rai.

Erano tempi di rivendicazioni sociali, il femminismo reclamava la parità di diritti, le donne erano più consapevoli del loro ruolo.
 
Dagli anni 60 ad oggi, la cronaca rosa ci ha raccontato attraverso i suoi “scoop” la nostra società.

La società è cambiata e gli  scandali degli anni 60 non fanno più notizia.

Oggi la cronaca rosa non è più appannaggio femminile, ha cambiato colore!

Ma cosa fa davvero notizia oggi? A cosa siamo interessati? Siamo ancora capaci di “scandalizzarci”?

Oggi sempre di più è diffusa quella  la curiosità sterile, che ci porta ad appassionarci  morbosamente alle abitudini di veri o presunti vips.

Entriamo nella loro vita, vogliamo conoscerne  tutti i dettagli, da quando si svegliano a quando vanno a dormire, le loro abitudini le loro manie fanno tendenza.

In una  società di immagini  è  l’ immagine che fa notizia, e siamo sempre più avidi di immagini.

L’immagine rafforza la percezione e crea un istantaneo impatto emotivo, un’ immediata audience che vive sull’onda di emozioni forti.

La cronaca rosa dai rotocalchi si è così trasferita sui social network, alimentando il Voyeurismo mediatico.

Allora mi chiedo, quale è oggi  il nuovo colore della cronaca rosa?

mercoledì 23 luglio 2014

VIVA LA SALSA !!! (nonsolosalsa)


Salsa è musica, ballo, divertimento. Oggi, di gran moda, dalle discoteche più trendy alle feste di quartiere, i balli latino americani spopolano.
Ma la salsa è storia ed  ha radici lontane, bisogna partire da Cuba, dai ritmi africani degli schiavi che hanno conservato e sviluppato le proprie radici mescolandosi alle tradizioni musicali europee, dal Flamenco andaluso, alla Romanza francese.
Cuba una terra bellissima e ricca; dai tempi di Cristoforo Colombo violata dai conquistadores, controllata nel 1700 per breve periodo dagli inglesi, che ha accolto i francesi  provenienti da Haiti, e che solo a fine  1800 si affranca dalla dominazione spagnola.
Cuba una terra contaminata che mantiene il ricordo del suo passato anche attraverso la musica: balli figurati e quadriglie  reinterpretati dalle percussioni degli schiavi, danno origine al Danzon Cubano, un ritmo che rappresenta la sintesi dei due continenti, un conflitto di popoli e di classe che confluisce e si ricompone nella danza.
Nei primi anni  del secolo scorso, il   Danzon si diffonde nei salotti borghesi mentre nelle campagne si balla sui ritmi basati sulle percussioni; nasce il Son Montuno che diverrà la base ritmica della salsa.
Dal Son prenderanno vita la Rumba, la Conga, da una variante del Danzon, il Danzonete, nasce il Mambo, un ritmo sensuale e accattivante.

Ciascuno di questi ritmi costituirà l'origine o l'ispirazione per molti altri, fino al Merengue, la Cumbia, passando per la Bomba, la Plena, La Pachanga e altri generi.

Così nasce la salsa, una mix di ritmi, contaminazioni, che è riuscito ad infrangere le barriere razziali, a dare voce e identità alle minoranze latine emarginate cancellando i confini tra i paesi latino americani.

Un vero esempio di sopravvivenza e  integrazione quindi: Viva la salsa!!!!!

martedì 22 luglio 2014

AMORE LIBERTA’ E…..DENARO (Amore & Co)


Sfatiamo i tabù. Il denaro influenza  la nostra vita e le relazioni di coppia.

Abel Bonnard,( Il denaro, 1928) ha detto: “L'amore e il denaro sono come quelle persone che fingono di non conoscersi e che si incontrano di continuo ad appuntamenti segreti”.

Tutti noi maneggiamo denaro, ogni giorno facciamo transazioni.

Il  nostro modo  pensare, di agire  le nostre relazioni sono condizionate dal denaro.

Il denaro influisce anche sulle relazioni sentimentali.

Una verità che può apparire politicamente scorretta, perché il rapporto fra denaro e sentimenti è un argomento top secret, non piace.

Nella coppia, il  bisogno di appartenersi spesso si confonde con la necessità di trovare un appoggio economico.

L’indipendenza, che ci rende liberi di scegliere, non può che passare anche attraverso l’autonomia economica e soprattutto attraverso la capacità di gestire il denaro.

Provvediamo alla nostra sopravvivenza esclusivamente attraverso il denaro, guadagnare è un  bisogno primario, ci dà sicurezza e benessere.

Questo è un dato di fatto che condiziona l’intera vita di tutti noi.

L’incapacità di essere autonomi ci rende inevitabilmente deboli nelle relazioni sociali ed anche in quella di coppia.

E’ quindi assolutamente irrealistico affermare che il denaro non influisca nelle relazioni di coppia. Il rapporto di coppia non  può prescindere dal binomio amore – denaro.

Mi pongo quindi queste domande: può esistere amore senza denaro? Se l’amore è libertà, si può essere liberi d’amare senza denaro?

 

lunedì 21 luglio 2014

IL PIACERE DI OZIARE


Secondo la tradizione popolare “l’ozio padre dei vizi”.

La santificazione del lavoro a partire dall’etica protestante, rafforzata dall’opposizione della borghesia alle oziose classi nobiliari, ha contribuito ad alimentare la visione negativa dell’ozio.

Ma l’uomo davvero trova la sua piena realizzazione nel lavoro?

Sono cresciuta con una visione  del lavoro di tipo “calvinista” ed ho sempre considerato il lavoro un veicolo di emancipazione.

Ma il lavoro ci rende davvero liberi? Il ruolo sociale del lavoro sta cambiando.

Mi accorgo che siamo sempre più insofferenti sul luogo di lavoro e cerchiamo con affanno nuovi spazi e nuovi modi  per esprimerci.

Il proliferare di attività “fuori orario”, dal bricolage ai corsi di ogni genere, sembrano dare una risposta attiva a questo malessere.

Così nel tempo libero ci affatichiamo e accumuliamo altro stress, nel tentativo di stare meglio, attraverso pilates, yoga, jogging, bricolage….

Al lavoro come “veicolo di mediazione sociale” dovremmo pensare di  alternare l’ozio come stile di vita per recuperare il piacere di stare in compagnia, conversare,  mangiare insieme.

L’ozio, inoltre, pare alimenti la creatività. Secondo Andrew Smart il “dolce far niente”serve per produrre nuove idee.

Occorre quindi oziare per innovare!

Mi chiedo allora  se non valga davvero la pena recuperare il piacere di oziare e ritornare a quel sano “otium” latino; fermarsi per pensare, riappropriarsi del tempo per cercare di migliorare la qualità della vita. 

venerdì 18 luglio 2014

SEGNI DEI NOSTRI TEMPI (LEONE)

Il Leone, forte, fiero e  dignitoso, il vero re dello zodiaco.

Dotato di  una leadership naturale, che soddisfa lo smisurato egocentrismo, è generoso e altruista. Gli piace stare al centro ed emergere, ha sempre  bisogno di un palcoscenico e dei riflettori.

Governato dal pianeta sole, come il sole ha un' energia galvanizzante.

Indipendente, libero, autoritario, pieno di se,  l'umiltà e la prudenza non sono nelle sue corde!

Ama le sfide che affronta con un coraggio senza rivali, e si lancia con entusiasmo in prove erculee.

Ha una vitalità dirompente che lo porta spesso a bruciare le tappe.

Molto apprezzato nel lavoro per la grande determinazione, si adatta a fare di tutto senza problemi, l'importante è primeggiare!

E’ un organizzatore nato, e per questo ottimo manager; dà il meglio di se quando riesce a raggiungere il top!

Istrionico come pochi ha ottime chances anche come attore o politico.

Perfetto come  compagno di avventure, gli piace stupire gli amici! E’ sempre teatrale anche in amore e da  vero predatore, preferisce  le conquiste difficili ! Ama il lusso, è ambizioso, gli piacciono le cose belle.

E’ idealista e un vero ispiratore di folle!  Promuove il cambiamento, è coraggioso ha un temperamento forte e passionale da condottiero.
Da Napoleone a Obama, dall’autocrazia alla democrazia, i grandi statisti  sono nati sotto il segno del Leone.

Ma a dirla come il sociologo  Derrick de Kerckhove,  se la democrazia del domani, “sarà basata sui gruppi, sulle reti di connivenza, sulle tribù  e sui loro interessi”, avremo bisogno di nuovi leader, magari meno istrionici e narcisisti, ma che sappiano sempre di più rispondere in modo continuo, trasparente e “tracciabile” del loro mandato…...

martedì 15 luglio 2014

SULLA ROTTA DI ULISSE (cronache di navigazione - the end)


Parto da Sivota bay sull’isola di Lefkas, un porticciolo sicuro, a prova di maestrale.
Arrivo a Kastos, una piccola isola di circa sei chilometri quadrati, con poco più di ottanta residenti. Non ci sono macchine, gli abitanti si muovono con piccole imbarcazioni per raggiungere le altre isole o la terraferma.
Il porticciolo immerso nella macchia mediterranea è un posto da veri intenditori. Qui non c’è possibilità di fare il pieno d’acqua o di elettricità.  
Un paradiso nel mare con splendide calette, olivi, scogli, muretti a secco e qualche casa sparsa.
Nel mulino a vento ora c’è un ristorante, con una folgorante vista sul mare. Uno skyline sulle isole Dragonere e sulla terraferma fino al Peloponneso.
Sosta bagno a One House Bay, una spiaggia “mitica”, a strapiombo sul mare, sull’isola di Atoko.
Attracco per la notte sull’isola di Cefalonia, a Fiscardo un pittoresco porticciolo con le casette colorate le uniche sopravvissute al terremoto del 1953; una Portofino ellenica, frequentata dal jet set internazionale. All’ancora fra barche e barchette, sono ormeggiati top yachts per crociere esclusive!
Fiscardo è una meta obbligata per tutti, e qui rincontro Carlo, un romano “de Roma” in terra greca, con il suo fantastico “equipaggio” di donne. Allegri e simpatici davvero un bell’esempio di famiglia allargata.
Riprendo la rotta per Itaca, Ithaki per i greci, Thiaki, come chiamata affettuosamente dai suoi abitanti, li, è nell’immaginario di tutti noi: l’isola di Ulisse.
 
Coste frastagliate e a strapiombo, verde e ventosa con maestosi cipressi e belle ville immerse nella macchia mediterranea, oggi Itaca, grazie anche al battage pubblicitario e al mito di Ulisse, primeggia fra le altre isole dell’Eptaneso.
Navigo lungo il canale che separa Itaca da Cefalonia, uno spettacolo di insenature e calette con cipressi e ulivi che arrivano fino al mare.
Da Capo S. Andrea, una bellissima baia a sud di Itaca, al molo di Santa Llias, sull’isolotto di Pera Pigadi, il mare diventa cobalto!
Attracco a Frikes, un porticciolo sicuro riparato dai venti con poche case e solo qualche taverna, evitando deliberatamente Vathi, il centro principale dell’isola, completamente ricostruito dopo il terremoto che lo ha raso al suolo.
Itaca un’isola dove poter vivere per sempre, qui finisce la mia navigazione, domani rientro in Italia.
Itaca luogo di partenza e di arrivo, un porto dove non approdare mai, il desiderio di conoscere, di sperimentare e sperimentarsi, di proseguire sfidando l’ignoto anche se con una forte nostalgia di quelle poche sicurezze che lasciamo dietro di noi.
“Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenze” (Konstantinos Kavafis)

domenica 13 luglio 2014

I CAFONAUTI (cronache di navigazione )


I “Cafonauti” solcano le acque della Grecia in lungo e in largo su grossi motor-yacht, guidando fieri e altezzosi sul flying bridge come dei dominatori del mare.
Con i loro motori potenti, si sentono i nuovi signori dei mari!
Per loro il mare è una grande autostrada senza limiti di velocità. Ormeggiano ovunque senza regole. Dopo anni di vacanze in Grecia non sanno ancora distinguere una moussaka da un tzatziki; sono una razza pura, incontaminabile.
Scendono a terra solo per fare shopping, devono spendere a tutti i costi, il loro motto è: “compro ergo sum”!
Sono l’emblema del consumismo, consumano miglia e carburante, scorrazzano fra le isole come all’autodromo…...
Firmatissime le Cafonaute, finte bionde ghepardate, ostentano a qualsiasi età strizzati perizomi; il Cafonauta è invece rigorosamente uomo di “panza e di sostanza”.
Incontrarli sulla propria rotta è inevitabile, arrivano nelle spiaggette più esclusive con i motori roboanti e calano le moto ad acqua trasformando baie paradisiache in piste da go-kart.
I cafonauti un nuovo “mithos”, l’alter ego degli Argonauti, un vero e proprio oltraggio per chi naviga amando il mare e per queste isole culla di una grande civiltà.
 
 

I CORSARI DI OGGI (cronache di navigazione)


Arrivo ad Antipaxos con l’intenzione di fermarmi per la notte.
Una baia bellissima, acqua di un azzurro intenso spiaggia bianca: el Caribe!
E come ai Caraibi arrivano i nuovi conquistadores, una flotta disordinata di motoscafi, tourist boat, yacht di tutte le dimensioni pronti all’arrembaggio.
Orde di turisti buttati a mare per raggiungere a nuoto la spiaggetta attrezzata con bar e ombrelloni: i nuovi corsari entrano in azione! 
Moto ad acqua e gommoni fanno la gimcana fra i natanti, non ci sono regole.
Arrivano i motor-yacht che ormeggiano con prepotenza fra le barche a vela per raggiungere la pole position, fronte spiaggia.
Un gran carnaio di vele e motori, sembra di stare a Rimini così impaccati…
Resto giusto il tempo per fare un bagno e salpo subito l’ancora!
I corsari di oggi contaminano luoghi stupendi depredandoli della loro naturale bellezza.

SCIOPERO E AUTOGESTIONE (cronache di navigazione)


L’isola di Lefkas è collegata alla terraferma da un ponte girevole che si apre ogni ora.
Tutti i giorni passano nello stretto i natanti diretti a sud; costruito agli inizi del secolo scorso, un vero e proprio canale di Suez, è un passaggio obbligatorio per chi si dirige a Patrasso verso l’Egeo.
Tutto intorno nella baia di S. Maura ci sono lagune salmastre e ruderi di epoca veneziana e ottomana.
Arrivo puntuale di mattina presto per evitare il maestrale che dal pomeriggio può rendere più difficile la navigazione, ma il ponte è chiuso: c’è sciopero!
Fino a domani mattina nessuno entra o esce.

Le barche si ammonticchiano lungo la banchina; i “motonauti” impazienti se ne vanno immediatamente con i loro motori ruggenti, i velisti si attrezzano per la notte.
Da questo ormeggio forzato nasce una nuova comune multietnica attiva e collaborativa.
Un intreccio di cime e di ancore, una babele di lingue, tutti uniti dalle circostanze, sembra di essere a giochi senza frontiere.
C’è gran movimento di tender, i vicini di barca hanno preparato una torta, io porto le bollicine ed è subito festa!
Un porto organizzato e ordinato, un vero esempio di “autogestione” collettiva….

 

sabato 12 luglio 2014

TANTI SALUTI DA.......(cronache di navigazione)


 
Dipendiamo tutti dal wi- fi, questo è un dato di fatto! Quando arrivi in porto fra i generi di prima consumazione c’è la “rete”.

Quasi tutti i bar e i ristoranti hanno la connessione.

Turisti muniti di telefonini e portatili siedono ai tavolini e prima di ogni altra cosa chiedono la password.

E’ un proprio vero rito collettivo che coinvolge tutti!

Abbiamo bisogno di “conneterci” per conoscere il meteo, gli ultimi risultati delle partite dei mondiali, leggere i messaggi su whatsapp, postare le foto su face book.

Non riusciamo a staccare dalle abitudini o semplicemente non resistiamo alla tentazione di essere sempre protagonisti.

Abbiamo bisogno di un gps che segnali sempre la nostra posizione….

Oggi “sparire” è un atto di volontà che richiede fatica.

Ai tempi prima di internet era inevitabile, e quando andavi in vacanza eri davvero irraggiungibile.
Era l’epoca delle cabine telefoniche a gettone e delle cartoline con scritto tanti saluti da…………

FRATELLI D' ITALIA (cronache di navigazione)


I turisti italiani all’estero non sono sempre motivo di orgoglio nazionale.
Quando arrivano in porto, si distinguono subito.
Ostentano grande perizia nautica, ormeggiano gesticolando e impartiscono ordini a destra e a manca come se il porto fosse a loro esclusiva disposizione.
Scendono a terra con un fare da “capitani di lungo corso”, cercano subito il caffè e si lamentano perché non è come quello “che si fa in Italia”.
Parlano ad alta voce ed urlano al cellulare per farsi sentire meglio...
Sono sedicenti, le baie più belle le conoscono solo loro; vestono rigorosamente marina yachting.
Al ristorante ordinano per dieci anche se sono solo in cinque.
Salutano tutti con calorose pacche sulla spalla, sono degli insostenibili simpaticoni e quando capiscono che sei un connazionale cercano di coinvolgerti i questi beceri rituali.
Ma al di là delle differenze, di fronte alla nazionale che gioca ai mondiali, insieme a Balotelli che canta l’inno di Mameli, torniamo tutti ad essere "Fratelli d'Italia".

giovedì 10 luglio 2014

PAXOS (cronache di navigazione)


Paxos, a sudest di Corfù, ricoperta di ulivi e boschi, un mix perfetto di relax e mondanità. Un’isola cosmopolita, dai residence agli affittacamere è un rifugio per tutte le tasche!

Il vecchio mulino a vento, la fortezza veneziana e le grotte di Mogonisi, il covo delle Nereidi, sono le attrattive principali di quest'isola di appena 20 chilometri quadrati, la più piccola delle isole Ionie.

Arrivo a Gaios, il porto principale, attraverso il canale, che separa Paxos dall’isolotto di Agios Nikolaos.

Motor yacht di grandi dimensioni, e natanti di ogni genere occupano la banchina. C’è un gran movimento di barche e persone.

Respiro subito aria di Grecia il porticciolo, la piazzetta, le taverne, odore di uzo e mussakà, il richiamo del mediterraneo…

Paxos nata, secondo la mitologia come l’alcova di Poseidone e Anfitrite, oggi è il luogo prediletto dal turismo Vip.

Prodotti locali di qualità, locande tradizionali, buon cibo e buon vino, in una cornice naturale con spiagge caraibiche, mare trasparente, monasteri arroccati ma anche campanili in stile veneziano, fanno di Paxos, anche oggi, un meraviglioso rifugio!

 

SARANDA (cronache di navigazione)


Approdo al porto di Saranda, bel posto, comodo, in banchina, scendi e sei subito sul lungo mare.

Pago la rituale “tassa di soggiorno” non bene identificata e rigorosamente senza ricevuta, e scendo a terra.

Saranda, di fronte a Corfù, anticamente conosciuta con il nome di Onhezemi, in epoca medievale fu un’attiva comunità cristiana, prende il nome dal monastero sulla collina dei quaranta santi (Aghii Saranda).

Denominata Porto Edda, in onore della primogenita di Mussolini, ai tempi in cui l’Albania era protettorato italiano, subì un incremento demografico durante il periodo comunista, oggi Saranda sta vivendo un periodo di boom edilizio.

Saranda è una rinomata località di villeggiatura per gli Albanesi che sta cercando di affermarsi e diventare un centro di attrazione anche per il turismo internazionale.

Grandi alberghi, a cinque stelle, si affacciano sul mare lungo l’ampia baia.

Saranda è una piccola Montecarlo, con un bellissimo lungomare pieno di ristoranti e bar alla moda.

Aliscafi provenienti dalla vicine isole della Grecia sbarcano greggi di turisti, intruppati in minibus per visitare in giornata i Blu eyes, splendide pozze d’acqua immerse nel verde e gli scavi di Butrinto.

Il sito archeologico di Butrinto, patrimoni dell’Unesco, a pochi chilometri da Saranda, testimonia la storia dalla metà del primo millennio a.C. fino al dominio turco.

I primi scavi archeologici cominciarono nel 1928 per volere di Mussolini, le ricerche continuarono poi durante il comunismo.
Il battistero e la basilica di età paleocristiana, l’anfiteatro greco, ai piedi dell’acropoli, le terme e il forum di epoca romana, la fortezza medievale, testimoniano il passaggio di culture diverse che hanno segnato questi luoghi.

Nella storia troviamo le nostre radici, la ragione della nostra civiltà e del nostro presente, il senso di appartenenza; così mi domando, quale futuro potrebbe avere un popolo se privato della propria storia?



martedì 8 luglio 2014

PORTO PALERMO (cronache di navigazione)


Arrivo a porto Palermo, un insenatura dove finalmente trovo riparo dal vento incessante.

E’ un posto fuori dal tempo, immerso nella macchia mediterranea.

Il molo, un residuo del periodo post bellico, è assolutamente inadatto per l’attracco. Riusciamo ad ormeggiare a fatica, il vento non dà tregua per tutta la notte.

Oggi la baia è una postazione militare, le imbarcazioni sono ammesse solo per “ragioni giustificate”, secondo quanto ci viene detto dal comandante di zona.

Al mattino visito la fortezza di Ali Pasha, impropriamente chiamata castello come tutte le fortezze e le vecchie cittadelle in Albania, costruita nel 1818 come un punto strategico difensivo e offensivo agli attacchi ottomani.

Tutt’intorno ci sono piccoli bunker e fatiscenti costruzioni dell’ancien regime, oggi utilizzate come magazzini per conservare la salvia essiccata.

La collina è ricoperta di agave, l’unica pianta che contrasta la brulla flora della penisola, la spiaggia abbandonata e bellissima, offre solo il piacere di immergersi in un oasi fuori dal mondo.

Porto Palermo, con il suo porticciolo, il piccolo ristorante, le acque verde smeraldo, l’ospitalità dei suoi abitanti, mi ricorda la bellezza di un tempo passato quando si andava al mare con gli ombrelloni e le sdraio portate da casa e si mangiavano i panini sul bagnasciuga.    

ORIKUM (cronache di navigazione)


Un’avaria al motore dell’ancora ci fa cambiare direzione, così dopo una notte di navigazione  arriviamo a Valona e ormeggiamo al marina di Orikum.

Un bel posto, ben organizzato in una splendida baia a due passi dal paese.

Orikum,  già base  difensiva romana, come testimoniano gli scavi archeologici, oggi è una delle mete turistiche preferite dagli Albanesi che vengono qui anche in viaggio di nozze.

Mirela e Stefano, velisti per passione, hanno deciso di vivere qui.

Mirela che ha viaggiato molto, mi parla della sua terra, l’Albania, della difficoltà che ancora non permettono di garantire un’apertura al turismo internazionale. Una terra con tanti aspetti irrisolti, dalla burocrazia alle questioni sociali.

Conosco Gena, una pop star locale, arrivato al marina per girare un video clip con tanto di troupe e art director.

Un mix fra Drupi e Vasco Rossi, simpatico e diretto.

Ci capiamo in un inglese elementare senza pretese. Gli chiedo di poter fare delle foto durante le riprese, mi risponde con un sorriso, un po’ sorpreso ma compiaciuto.

La sua canzone  romantic-traditional-pop, che interpreta con sentimento latino, parla d’amore, E’ tutto molto naif e proprio per questo autentico, un siparietto che rappresenta questo paese che ha voglia di emergere. Un’Albania che oggi sta cercando, fra le tante contraddizioni, di ricostruire una propria dignità e ritrovare un ruolo in Europa.