martedì 8 luglio 2014

PORTO PALERMO (cronache di navigazione)


Arrivo a porto Palermo, un insenatura dove finalmente trovo riparo dal vento incessante.

E’ un posto fuori dal tempo, immerso nella macchia mediterranea.

Il molo, un residuo del periodo post bellico, è assolutamente inadatto per l’attracco. Riusciamo ad ormeggiare a fatica, il vento non dà tregua per tutta la notte.

Oggi la baia è una postazione militare, le imbarcazioni sono ammesse solo per “ragioni giustificate”, secondo quanto ci viene detto dal comandante di zona.

Al mattino visito la fortezza di Ali Pasha, impropriamente chiamata castello come tutte le fortezze e le vecchie cittadelle in Albania, costruita nel 1818 come un punto strategico difensivo e offensivo agli attacchi ottomani.

Tutt’intorno ci sono piccoli bunker e fatiscenti costruzioni dell’ancien regime, oggi utilizzate come magazzini per conservare la salvia essiccata.

La collina è ricoperta di agave, l’unica pianta che contrasta la brulla flora della penisola, la spiaggia abbandonata e bellissima, offre solo il piacere di immergersi in un oasi fuori dal mondo.

Porto Palermo, con il suo porticciolo, il piccolo ristorante, le acque verde smeraldo, l’ospitalità dei suoi abitanti, mi ricorda la bellezza di un tempo passato quando si andava al mare con gli ombrelloni e le sdraio portate da casa e si mangiavano i panini sul bagnasciuga.    

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