L’ “Ice Bucket Challenge”,
ossia “la sfida del secchio d’acqua ghiacciato” è un fenomeno virale che impazza sui social network di tutto il mondo.
La sfida, a “scopo di
beneficienza” per la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), è una
moda che sta contagiando tutti.
Una di quelle malattie
dimenticate, di cui ancora oggi non si conoscono le cause.
La campagna, partita in America a
fine luglio, si è diffusa rapidamente in tutto il mondo, in un crescendo di
video- performance, sia della gente comune che dei di vip.
Negli States,
hanno accolto la sfida big come Lady Gaga, George W. Bush, Bill Clinton, Mark Zuckerberg e Bill Gates.
Questa catena di S. Antonio telematica funziona così: chi viene sfidato, “nominato”,
ha 24 ore di tempo per rovesciarsi addosso un secchio d’acqua gelata, se supera
la prova ha il diritto di nominare altre
persone, se rinuncia alla “secchiata”, ha
l’obbligo di fare una donazione.
Essere “nominati” nella catena delle
“secchiate” è diventato uno status symbol,
significa che “conti” e che la
tua immagine farà il giro dei social network.
Così, attrezzati di secchi,
pentole, pentoloni o bacinelle, immortaliamo il nostro “auto-gavettone- selfie”
a scopo benefico diventando protagonisti
della sfida on line.
Le
secchiate d'acqua gelata per la
Sla “fanno effetto” le
donazioni per la ricerca sono aumentate in modo esponeziale.
Le “secchiate”, quindi sembrano
essere tutt'altro che un semplice tormentone estivo, per rinfrescarci dal
caldo, anzi qui al nord rappresentano un vero
atto di coraggio, considerando il maltempo le basse temperature di
luglio e agosto!
In barba al meteo, quindi, in Italia secchiate per tutti! Anche per Matteo Renzi, nominato dal nostrano show-man Fiorello.
Ma c’è anche chi, come Obama e
Papa Francesco, ha accolto la sfida contribuendo alla causa senza esibizioni
plateali.
Così mi chiedo la “secchiata”
è davvero la manifestazione di un
impegno sociale o piuttosto una forma di protagonismo virale?