venerdì 14 novembre 2014

FUTURA "STORIE DI DONNE"


Sabato 15 novembre si inaugura a Carpi, al Palazzo dei Pio,  una mostra fotografica collettiva curata da Antonella Monzoni, Futura "storie di donne".

Undici autori raccontano undici donne.

Ma ha ancora senso oggi raccontare storie di donne?

Le storie delle donne da sempre si intrecciano con la storia della loro discriminazione. E oggi?
 
La donna combatte ancora duramente per realizzare il proprio  profondo bisogno di pensare, di partecipare e  decidere. In una società dove la conoscenza di se e del mondo che ci circonda è uno strumento indispensabile per riuscire a realizzarsi, essere liberi e poter  scegliere in modo autonomo,  raccontare storie di donne ci fa meglio comprendere il nostro presente anche attraverso la lettura del passato.

Questo progetto è nato dalla voglia di rappresentare le donne, la loro passione, la determinazione, la  forza spesso silenziosa ma mai assente.  Storie di donne di ieri e di oggi,  perché  come ha detto una grande scrittrice, Simone de Beauvoir, “non si nasce donne: si diventa”.

Le donne rappresentate sono mamme, figlie, amiche, mogli, donne che hanno vissuto passioni, successo, illusioni e disillusioni, donne che si affacciano alla vita con la freschezza dell’adolescenza, donne che sanno impegnarsi, determinate, consapevoli del proprio essere donna,  ma che sanno anche sognare. 

Tutte hanno saputo regalare le loro immagini con spontaneità e gioia, permettendo agli autori  di realizzare un lavoro realmente condiviso.

Raccontare con la fotografia, per catturare e riflettere emozioni. La narrazione permette di rendere visibile il vissuto ma anche di dare forma alla immaginazione; perché il racconto non narra solo i fatti, può sviluppare un’idea, un’illusione.

Con le storie possiamo infatti  “creare l'alfabeto della vita” e  attraverso la narrazione possiamo costruire un nuovo “mondo da abitare”.

Scatti di vita quotidiana, che attraverso oggetti, luoghi, ambienti ci conducono nelle storie,  perché l’immagine è narrazione e parla soprattutto di noi, del nostro modo di vedere e trasformare ciò che vediamo.
“Futura storie di donne” è forse una testimonianza, un  sogno, un progetto o semplicemente un racconto?

venerdì 7 novembre 2014

MASS MEDIA E INTEGRAZIONE (riflessioni di viaggio)

Ad “Holliwood street”, nella città di Shutka,  c’è una moderna palazzina di tre piani, con un bel giardino, grandi finestre e balconi: la sede della BTR Nacional.  

Zoran Dimov, il direttore generale, un uomo franco, pragmatico e appassionato al suo lavoro, dopo un lungo colloquio nella prestigiosa sala riunioni, ci apre le porte alla sala di registrazione nel piano interrato.
Stanno per mandare in onda il telegiornale, c’è un pacato fermento.  Operatori e tecnici, “at work”, fra fili, cavi, computer e telecamere.
Fondata nel 1992, la  BTR è stata la prima stazione televisiva a trasmettere anche  in lingua rom.
Con un programma giornaliero di 24 ore, è nata per sviluppare l’informazione e la diffusione della cultura dei rom in Macedonia.
La ex Repubblica jugoslava di Macedonia, è un paese in transizione.

Dichiarata la propria indipendenza nel 1991 e ammessa alle Nazioni Unite nel 1993, oggi  è in corsa per entrare a far parte dell’Unione europea.

Un paese interrazziale dove convivono macedoni, albanesi, bulgari, turchi, serbi, arumeni (ossia i  macedo-rumeni) e i rom.

Ma  come conciliare lingue, religioni e culture diverse in un paese con un’economia in via di sviluppo che presenta ancora tanti interrogativi?
Oggi il palinsesto della BTR propone programmi di vario genere dalla musica, la salute, istruzione, alle questioni sociali.
Un operazione interculturale finalizzata a dare dignità e rilevanza alla cultura rom e contribuire ad una convivenza pacifica sul territorio, riducendo le tensioni etniche.
Un utilizzo virtuoso dei mass media per raggiungere una visione immaginaria condivisa cercando di costruire una “ nuova geografia” anche per  chi sta fuori dai confini della comunità di appartenenza.

 

martedì 4 novembre 2014

HALLOWEEN : UNA FESTA YANKEE?


All Hallow' Eve, la vigilia di Ognissanti, il 31 ottobre, è una festa celtica, importata dagli Irlandesi che a metà del 1800 emigrarono in America, e dagli USA  è rimbalzata nel mondo intero.

I Celti, in questo giorno, festeggiavano  il Capodanno dedicato a "Samhain" Signore della Morte e Principe delle Tenebre.

Una festa carnascialesca di buon augurio per l’arrivo del nuovo anno, ma anche per  esorcizzare, indossando pelli di animali e maschere mostruose, la paura della morte, un travestimento  per spaventare gli spiriti e tenerli lontani dai villaggi.

Nell' 835 Papa Gregorio Magno, in piena cristianizzazione dell'Europa, spostò la festa di Ognissanti, dedicata a tutti i santi del Paradiso, dal 13 Maggio al 1° Novembre. Così anche i pellegrini iniziarono a travestirsi e andare di porta in porta chiedendo l’elemosina, in cambio di preghiere in onore dei defunti.

Riti pagani e cristiani un vero e proprio confronto “all’americana” ….

Halloween, oggi sgravata dai significati religiosi e rituali, è diventata una nuova moda. Pare che ogni anno gli Americani spendano due milioni e mezzo di dollari in costumi, addobbi, feste. Dolcetto scherzetto anche in Italia è diventato un tormentone… In ogni dove,  si sguinzagliano apprendisti stregoni in erba e innocenti streghette.

I locali, addobbati  in gothic style, fanno il tutto esaurito. Dracula, scheletri, zombi, ce ne è per tutti i gusti. Il noir si impone e  fra croci, pizzi, corsetti lo stile nuovo gotico è fashion!  Dalle  cadaveriche Morticie alle diafane Dark Ladies, il pallore fa chic!

Hallowen, una festa globalizzata celebrata in diverse parti del mondo è forse un modo inconscio di esorcizzare le nuove paure di oggi?