L’isola di Lefkas è collegata alla terraferma da un ponte
girevole che si apre ogni ora.
Tutti i giorni passano nello stretto i natanti diretti a
sud; costruito agli inizi del secolo scorso, un vero e
proprio canale di Suez, è un passaggio obbligatorio per chi si dirige a
Patrasso verso l’Egeo.
Tutto intorno nella baia di S. Maura ci sono lagune
salmastre e ruderi di epoca veneziana e ottomana.
Arrivo puntuale di mattina presto per evitare il maestrale
che dal pomeriggio può rendere più difficile la navigazione, ma il ponte è
chiuso: c’è sciopero!
Fino a domani mattina nessuno entra o esce.
Le barche si ammonticchiano lungo la banchina; i “motonauti”
impazienti se ne vanno immediatamente con i loro motori ruggenti, i velisti si
attrezzano per la notte.
Da questo ormeggio forzato nasce una nuova comune multietnica
attiva e collaborativa.
Un intreccio di cime e di ancore, una babele di lingue,
tutti uniti dalle circostanze, sembra di essere a giochi senza frontiere.
C’è gran movimento di tender, i vicini di barca hanno preparato
una torta, io porto le bollicine ed è subito festa!
Un porto organizzato e ordinato, un vero esempio di
“autogestione” collettiva….
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