martedì 15 luglio 2014

SULLA ROTTA DI ULISSE (cronache di navigazione - the end)


Parto da Sivota bay sull’isola di Lefkas, un porticciolo sicuro, a prova di maestrale.
Arrivo a Kastos, una piccola isola di circa sei chilometri quadrati, con poco più di ottanta residenti. Non ci sono macchine, gli abitanti si muovono con piccole imbarcazioni per raggiungere le altre isole o la terraferma.
Il porticciolo immerso nella macchia mediterranea è un posto da veri intenditori. Qui non c’è possibilità di fare il pieno d’acqua o di elettricità.  
Un paradiso nel mare con splendide calette, olivi, scogli, muretti a secco e qualche casa sparsa.
Nel mulino a vento ora c’è un ristorante, con una folgorante vista sul mare. Uno skyline sulle isole Dragonere e sulla terraferma fino al Peloponneso.
Sosta bagno a One House Bay, una spiaggia “mitica”, a strapiombo sul mare, sull’isola di Atoko.
Attracco per la notte sull’isola di Cefalonia, a Fiscardo un pittoresco porticciolo con le casette colorate le uniche sopravvissute al terremoto del 1953; una Portofino ellenica, frequentata dal jet set internazionale. All’ancora fra barche e barchette, sono ormeggiati top yachts per crociere esclusive!
Fiscardo è una meta obbligata per tutti, e qui rincontro Carlo, un romano “de Roma” in terra greca, con il suo fantastico “equipaggio” di donne. Allegri e simpatici davvero un bell’esempio di famiglia allargata.
Riprendo la rotta per Itaca, Ithaki per i greci, Thiaki, come chiamata affettuosamente dai suoi abitanti, li, è nell’immaginario di tutti noi: l’isola di Ulisse.
 
Coste frastagliate e a strapiombo, verde e ventosa con maestosi cipressi e belle ville immerse nella macchia mediterranea, oggi Itaca, grazie anche al battage pubblicitario e al mito di Ulisse, primeggia fra le altre isole dell’Eptaneso.
Navigo lungo il canale che separa Itaca da Cefalonia, uno spettacolo di insenature e calette con cipressi e ulivi che arrivano fino al mare.
Da Capo S. Andrea, una bellissima baia a sud di Itaca, al molo di Santa Llias, sull’isolotto di Pera Pigadi, il mare diventa cobalto!
Attracco a Frikes, un porticciolo sicuro riparato dai venti con poche case e solo qualche taverna, evitando deliberatamente Vathi, il centro principale dell’isola, completamente ricostruito dopo il terremoto che lo ha raso al suolo.
Itaca un’isola dove poter vivere per sempre, qui finisce la mia navigazione, domani rientro in Italia.
Itaca luogo di partenza e di arrivo, un porto dove non approdare mai, il desiderio di conoscere, di sperimentare e sperimentarsi, di proseguire sfidando l’ignoto anche se con una forte nostalgia di quelle poche sicurezze che lasciamo dietro di noi.
“Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenze” (Konstantinos Kavafis)

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