Il pianto è democratico, dai
tempi dei tempi tutti possiamo piangere quante più lacrime vogliamo!
Piangiamo per protesta, per
un' ingiustizia subita, piangiamo singhiozzando o in silenzio, piangiamo anche senza lacrime.
Ma perché piangiamo? Ognuno ha
una sua risposta comunque piangere sembra ristabilire le cose, non le risolve
ma ci allevia dal peso di sostenerle.
La funzione sociale del pianto è
ricevere sostegno, l’impatto emotivo delle lacrime dipende da chi ci circonda il
pianto varia da persona a persona e dalla situazione. Pare che la capacità di
piangere sia collegata all’esperienza della prima infanzia. Chi ha avuto genitori intolleranti al pianto oggi è un
adulto che si vergogna di piangere.
Non piangiamo perché pensiamo di
essere deboli, abbiamo paura di lasciarci andare e temiamo il giudizio di chi ci vede piangere.
Oggi il pianto non è più solo
appannaggio delle donne. Da Obama a Napolitano anche gli statesmen piangono così
come piangeva Agamennone: il pianto degli eroi.
Pare però che gli uomini piangano meno di noi donne ed ancora
oggi il pianto al femminile è segno di
debolezza e fragilità; il pianto al maschile è invece segno di forza e coraggio
di chi non ha paura delle proprie emozioni.
Nessun uomo resiste al pianto di
una donna, bastano due lacrime per sciogliere anche il più rude fra gli uomini.
Il pianto della donna scatena forse nell’uomo degli atavici sensi di colpa?
Alcuni studi hanno dimostrato come
in realtà la lacrima liberi messaggi chimici che abbassano il livello di
testosterone inibendo di conseguenza l’aggressività maschile. Quindi alle volte
meglio un bel pianto piuttosto che tante parole!
Non tutti riescono a piangere; oggi
ci controlliamo a tal punto da perdere
la capacità di piangere.
Ogni pianto perso equivale ad
un’emozione repressa.
Piangere fa bene alla salute, le
lacrime fanno scaricare lo stress all’istante.
In Giappone dove, si sa piangere è un vero tabù, organizzano corsi di
pianto. Veri e propri stages del pianto per sciogliere la tensione e lasciarsi andare. Takashi Saga, lo stratega
del pianto che ha dato vita a questo filone, si definisce il sommelier del
pianto e sceglie come ottimi vini d’annata canzoni, film strappalacrime per
rendere tutti più felici.
Lacrime di coccodrillo, lacrime
d’amore, lacrime “napulitane”, lacrime dolci o salate, l’importante è riuscire
a piangere, perché “Gli occhi che piangono di più sono quelli che vedono
meglio (Victor Hugo).
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