mercoledì 17 settembre 2014

LA CATARSI DEL PIANTO


Il pianto è democratico, dai tempi dei tempi tutti possiamo piangere quante più lacrime vogliamo!

Piangiamo per protesta, per un' ingiustizia subita, piangiamo singhiozzando o  in silenzio, piangiamo anche senza lacrime.

Ma perché piangiamo? Ognuno ha una sua risposta comunque piangere sembra ristabilire le cose, non le risolve ma ci allevia dal peso di sostenerle.
 
La funzione sociale del pianto è ricevere sostegno, l’impatto emotivo delle lacrime dipende da chi ci circonda il pianto varia da persona a persona e dalla situazione. Pare che la capacità di piangere sia collegata all’esperienza della prima infanzia. Chi ha avuto  genitori intolleranti al pianto  oggi è un  adulto che si vergogna di piangere.

Non piangiamo perché pensiamo di essere deboli, abbiamo paura di lasciarci andare e  temiamo il giudizio di chi ci vede piangere.

Oggi il pianto non è più solo appannaggio delle donne. Da Obama a Napolitano anche gli statesmen piangono così come piangeva Agamennone: il pianto degli eroi.

Pare però che gli  uomini piangano meno di noi donne ed ancora oggi  il pianto al femminile è segno di debolezza e fragilità; il pianto al maschile è invece segno di forza e coraggio di chi non ha paura delle proprie emozioni.
 
Nessun uomo resiste al pianto di una donna, bastano due lacrime per sciogliere anche il più rude fra gli uomini. Il pianto della donna scatena forse nell’uomo degli atavici sensi di colpa?

Alcuni studi hanno dimostrato come in realtà la lacrima liberi messaggi chimici che abbassano il livello di testosterone inibendo di conseguenza l’aggressività maschile. Quindi alle volte meglio un bel pianto piuttosto che tante parole!

Non tutti riescono a piangere; oggi ci controlliamo a tal punto  da perdere la capacità di piangere.

Ogni pianto perso equivale ad un’emozione repressa.

Piangere fa bene alla salute, le lacrime fanno scaricare lo stress all’istante.

In Giappone dove, si sa  piangere è un vero tabù, organizzano corsi di pianto. Veri e propri stages del pianto per sciogliere la tensione e  lasciarsi andare. Takashi Saga, lo stratega del pianto che ha dato vita a questo filone, si definisce il sommelier del pianto e sceglie come ottimi vini d’annata canzoni, film strappalacrime per rendere tutti più felici.

Lacrime di coccodrillo, lacrime d’amore, lacrime “napulitane”, lacrime dolci o salate, l’importante è riuscire a piangere, perché “Gli occhi che piangono di più sono quelli che vedono meglio  (Victor Hugo).

 

 

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