Chak Chak, il luogo di pellegrinaggio più
importante per gli zoroastriani in Iran, mi appare come un desolato villaggio vacanze a
terrazze abbarbicato sulla roccia che si riempie solo una volta all’anno nei
giorni di festa.
Il tempio di Pir-e Sabz si trova in cima alla
ripida salita che mette a dura prova anche un esperto mountain climber, ma la vista imponente sul deserto di Desh. E
Kavir compensa la fatica.
Oltre la pesante porta
in ottone con l’effige di Zoroastro, in un antro umido dalle pareti gocciolanti
d’acqua, è custodito il fuoco sacro.
Lo zoroastrismo è stato per secoli la principale religione
quando l’Iran ancora si chiamava Persia,.
I seguaci di Zoroastro alias Zarathustra
già nel VI sec ac credevano in un solo Dio onnipotente, Ahura Mazda a alla secolare
contrapposizione tra Bene e Male.
Riconosciuti come minoranza religiosa
dalla Costituzione del 1979, al pari dei cristiani (assiri e armeni) e degli
ebrei, hanno
anche un loro rappresentante nel Parlamento iraniano.
Gli Zoroastriani predicano la parità fra uomini e
donne, ammettono il matrimonio interreligioso, condannano l’oppressione tra gli
esseri umani, la crudeltà verso gli animali, rispettano l’ambiente ed oggi in
Iran trovano sempre più proseliti fra le nuove generazioni.
Che altro dire…… “Così parlò Zaratustra”.
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