lunedì 28 aprile 2014

BIONDE VS MORE UNA DIFFERENZA DI GENERE?


Mi ha colpito l’aforisma di una bionda naturale Charlize Theron: “Ho un immagine bionda, ma un’anima bruna.”. Anche io mi sento così entrando  in campo nella secolare competizione fra bionde e brune.

Le bionde, simbolo dell’innocenza, angelicate, glaciali da sempre immagine di bellezza e perfezione.

Nella storia fin dall’antica Grecia biondo era sinonimo di bellezza. Era bionda Afrodite, dea greca la Venere dei romani, così come erano bionde Messalina e Poppea licenziose donne della Roma imperiale. Petrarca cantava della bionda irraggiungibile Laura; Lucrezia Borgia, bellissima dalla carnagione chiara e una cascata di capelli d’oro, incarna ancora oggi  l’immagine della perfida uxoricida.

Nel cinema dal ghiaccio bollente di Marlene Dietrich alla sensualità adolescenziale di Brigitte Bardot: biondo è fashion.

Secondo una ricerca dell’università francese di Nanterre  ogni uomo in presenza di una bionda diventa più stupido a causa di quella ingiustificata equivalenza bionda uguale oca giuliva che lo autorizza a utilizzare  il cervello a scartamento ridotto.

Per questo, come dice il titolo del celebre film del 1953 con la fantastica icona super bionda Marylin, gli uomini preferiscono le bionde?

Gli stereotipi li beviamo con il latte già da piccoli, nelle favole le eteree  fate e le delicate principesse sono bionde; Biancaneve che lava e pulisce per i sette nani, felice di farlo canticchiando soavemente,  è mora.

Le more passionali, concrete, rassicuranti, reali, nell’immaginario maschile rappresentano il calore l’accoglienza materna: “Le more ti danno quello che le bionde promettono”.

Bionde VS More un identità di genere, ha ancora senso oggi? E poi che dire delle rosse, appartengono forse ad un terzo genus? E le castane, un ibrido di specie? Il superamento delle differenze di genere dovrebbe riguardare anche il colore dei capelli? Una mora che si sente bionda è così diversa da un uomo  che si sente donna?

 

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