Il meteo l’aveva detto
Pasquetta sotto la pioggia! Così come è tradizione il giorno di Pasquetta al
posto della gita fuori porta, decido di andare a Vicenza per un Wokshop
fotografico di street photos che comprende anche la visita guidata della mostra
“Magnum Conctat Sheets”. Arrivo un po’ in ritardo a causa del traffico e della
pioggia, e mi unisco al gruppo.
Sono esposte le foto e i provini a contatto dei più famosi nomi della Magnum. Per i non fotografi,
il provino a contatto (contact sheet) è
quella tecnica usata comunemente per scegliere le foto da stampare.
Per il fotografo è invece un
momento di resurrezione dell’immagine;
davanti al provino a contatto l’autore vede per la prima volta il suo lavoro,
valuta il risultato e sceglie fra tutte quella che meglio identifica il
momento, il fatto, l’idea, la situazione: la più bella del reame!
Attraverso le sale di palazzo
Leoni Montanari e mi rendo conto di
guardare con l’occhio dell’autore ciò che ha visto, dallo sbarco in Normandia
di Robert Capa, all’11 settembre di Thomas Hoepker.
Ogni foto è storia ed ha una
storia.
Chi non ricorda la foto dei carri
armati di piazza Tienanmen, scattate da
Stuard Franklin? Era la mattina successiva al 4 giugno 1989 , il giorno dopo la
repressione dei dimostranti, la piazza era stata ripulita e tutti, giornalisti
e fotografi, non potevano uscire dagli alberghi. La foto è stata scattata dal
balcone dell’Hotel. Quella foto è da allora nell’immaginario collettivo, il simbolo
della rivolta.
Finita la visita, Marco il nostro
“tour leader” ci porta a mangiare, perchè si sa anche l’arte deve essere nutrita. Sazi e
soddisfatti, ci sguinzagliamo per le strade del centro a caccia di foto! Lo
street photography impone infatti una buona dose di faccia tosta per
fotografare gli sconosciuti per strada, per cogliere l’attimo, la spontaneità
di un espressione o di una situazione,
come una candid camera. Con la mia Nikon D40 (obiettivo 17/50), sotto una pioggia fitta
e battente, giro e rigiro per le strade
semivuote alla ricerca di un soggetto accattivante, ma chi passeggia in una giornata
di pioggia torrenziale? Mi avvicino
infine ad una coppia e candidamente con sorriso disarmante chiedo:
posso scattarvi una foto? Da sotto l’ombrello mi guardano, inzuppata nonostante
il cappuccio della giacca a vento, più per compassione che altro si mettono in
posa, rovinando l’effetto sorpresa e la foto! Piove ormai
controvento, mi rifugio in un bar dove finalmente colgo l’attimo e fotografo la
cameriera! Con il mio magro bottino, raggiungo il gruppo per raccogliere e condividere le foto, tutti fradici e felici sentendoci anche
noi un po’ Henri Cartier Bresson, un po’ Elliot Erwitt.
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