Cassandra la mitica profetessa di
sventure, condannata da Apollo ad essere inascoltata, oggi per sbarcare il
lunario farebbe oroscopi.
Le profezie non sono più di moda;
della fine del mondo poco importa, siamo tutti concentrati sull’oggi, ci
interessa conoscere il futuro immediato, il domani o al massimo il dopodomani.
Sul web, sui giornali seri o
semiseri, la pagina dell’oroscopo è irrinunciabile.
Già dal primo mattino l’oroscopo ti
programma la giornata.
Negli astri cerchiamo forse risposte al senso di fragilità di fronte
all’incertezze della vita?
La profezia diventa aspettativa;
una profezia “auto-avverante” a dirla come il sociologo Robert K. Merton, un autoinganno
o un errore di conferma: “vedo solo ciò che voglio vedere”.
Ci riconosciamo con orgoglio nei
segni zodiacali per il bisogno di essere riconosciuti.
Quante volte ci siamo sentiti
dire Ah sei dei pesci….. l’avevo capito:
“una donna così dolce e sensibile….”.
Indossiamo il nostro segno come
un bel vestito, non troppo vistoso, per farci notare senza esporci troppo.
Quante volte al primo
appuntamento ci hanno chiesto: “Di che segno sei?”.
Una domanda abbastanza personale
ma che ci permette di giocare su un terreno neutro e funziona meglio che
parlare del tempo…..
Leggere l’oroscopo fa parte del
costume sociale, anche i più scettici ci buttano un occhio affermando con
aria sufficiente : “Tanto io non ci credo”.
I segni dello zodiaco sono “segni dei tempi” e cambiano con la società.
Così mi chiedo i bilancia, i toro, o i gemelli di oggi, sono davvero così diversi da quelli
di ieri o da quelli di domani?
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