Quando penso a Leonardo da Vinci
il " genio universale ", acuto osservatore della natura e
dell’umanità, mi immagino stampata sul suo viso l’enigmatica espressione
dell’inimitabile “ Monna Lisa”.
Leonardo, lo scienziato degli
scienziati, una mente speculativa che ha indagato ogni campo del sapere umano
del suo tempo dalle invenzioni e la creazione di macchine, all’architettura,
alla botanica, alla fisiologia, alla fisica, alle lettere alla pittura, alla
scultura, con un unico scopo: la conoscenza.
Il sapere oggi è frammentato, la
conoscenza è settoriale e specialistica, c’è bisogno di far dialogare le materie
scientifiche ed umanistiche per consentire soluzioni innovative che possano imprimersi
in modo durevole nella società, di un
nuovo umanesimo che metta al centro il
comportamento umano.
Occorre investire sulla
formazione di menti creative capaci di pensare in modo critico, capaci di elaborare, comunicare in modo efficace, magari
rispolverando il vecchio liceo classico,
così démodé.
Il nostro modo di parlare, di scrivere e di pensare deriva dal nostro
passato, non possiamo fare a meno di accogliere la nostra eredità culturale,
dobbiamo conoscerla per riconoscerci e produrre conoscenza e cambiamento.
Così ripenso a Leonardo un
personaggio di altri tempi, un divo che mantiene il fascino inossidabile della
vera star.
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