lunedì 23 marzo 2015

RAZZISMO TODAY (Giornata mondiale contro il razzismo)


Il 21 marzo, ricorre la “Giornata mondiale contro il razzismo” riconosciuta nel 1966 dall’Onu, in memoria degli eventi del 21 marzo 1960, il giorno più sanguinoso della storia dell’apartheid Sudafricano.

Un’occasione per ricordare, non dimenticare e soprattutto domandarsi: “perché?”

Oggi essere razzista, non è politicamente corretto, nessuno si dichiara xenofobo ma è davvero così?

Il razzismo storicamente fonda le proprie basi teoretiche sulla diversità biologica e genetica dando origine al convincimento che esistano razze superiori ad altre.

Ma la genetica non mente, è un dato scientificamente dimostrato che le razze umane non esistono, deriviamo tutti da un unico ceppo: “Siamo tutti geneticamente differenti ma tutti parenti”.

Possiamo dunque affermare che esiste una sola razza umana composta da sette miliardi di individui, tutti simili ma al tempo stesso unici?

Il razzismo fa parte della natura umana, meglio prenderne atto ed al tempo stesso, come una malattia, conoscerne i sintomi per curarlo.

Ma quale è il sentimento profondo che ci spinge ad essere razzisti?

La differenza fa paura sempre, il diverso è ciò che non siamo, ciò in cui non ci riconosciamo.

Escludere, istintivamente, è più facile che accogliere; l’aggressività verso il diverso non conosce discriminazioni, non ha colore, appartiene senza distinzioni a tutti: l’uomo è naturalmente razzista.

Nei momenti di crisi il “diverso” canalizza la rabbia, e diventa un facile  il capro espiatorio.

Il concetto di razza ancora oggi permane quindi  come «prodotto culturale» e  come strumento per consolidare un senso di appartenenza su basi etniche e culturali contro i presunti nemici: gli stranieri, i diversi.

Il razzismo come rifiuto di culture diverse, una sorta di “etnocentrismo” autoreferenziale.

Oggi il razzismo che non si basa più su basi genetiche ma culturali,  pare radicarsi più in profondità nei paesi dove la spinta all’individualismo e alla competitività è più forte, dove il senso di solidarietà e di comunione in vista di un benessere comune è meno presente.

Un razzismo senza «razza» che rivendica un pericoloso il diritto alla diversità….

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