Anche quest’anno a Pasqua la domanda e' la stessa: agnello si o no?
Non si tratta di una questione di gusti o di una semplice querelle fra “carnivori VS vegani” o fra “credenti e non
credenti”.
La storia insegna che all'origine del sacrificio
dell’agnello della pasqua Ebraica, tradizione ripresa anche dal
Cristianesimo, stanno i riti propiziatori pagani.
Il sangue veniva impiegato a scopo apotropaico
per esorcizzare il male, mentre la carne
consumata in un pasto cultuale aveva lo scopo di rinsaldare i vincoli di
parentela delle famiglie della tribù.
Mangiare la carne di agnello a Pasqua non è' quindi un rito proprio della religione Cristiana, così come sostenuto anche da Benedetto XVI che affermo' : "Gesù celebro' la Pasqua senza agnello"
Secondo i dati oltre il 50% del
consumo di carne ovina di un anno intero si concentra nel periodo pasquale, 4
milioni di agnelli immolati per il “sacro business".
Sul fenomeno si sono scatenati i
social- animalisti,
che hanno organizzato, da nord a sud in
tutte le principali città d’Italia, manifestazioni all’insegna del motto di
Leonardo da Vinci “Non mangio niente che abbia un cuorè”.
Manifestare oggi: un nuovo rito per esprimere ed affermare i valori della nostra cultura, per rafforzare il legame sociale.
Una Pasqua “cruelty free” per ritrovare
un nuovo senso del sacro, una nuova forza
aggregante, quella che Durkeim definisce “divino
sociale”.
Auguri... e Buona Pasqua !!!!
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