Arrivo a Vathy
costeggiando la parte orientale dell’isola, una distesa verde fino al mare.
Vathy, un bel posto riparato
con taverne e i soliti negozi per turisti. Camminando lungo le strade
lastricate incappo nella statua d’Ulisse.
Il mito di Ulisse ed
Itaca nutrono ancora oggi le nostre utopie…ritorno ad Itaca per iniziare un
nuovo viaggio, per evadere, per conoscere o semplicemente per allontanami dalle
mie sicurezze con il desiderio i non approdare mai?
Salpo da Vathy, con la
bava di vento al traverso navighiamo a vela lentamente in direzione Isole Drakoneres,
un arcipelago di isolette disabitate di
fronte alla terraferma.
Decidiamo di pernottare
alla baia di Drakonera, selvaggia e silenziosa ben ridossata dai venti con un
bel fondale, un luogo perfetto dove riparare.
Bell’idea ma qualcuno ci
ha già pensato, anche in mare vige la regola “chi arriva primo ben alloggia”.
Ripieghiamo su Astakos,
un tipico villaggio di costa, cresciuto troppo in fretta. Un bel molo ed una
fila di ristoranti e bar, fronte mare.
In seconda fila, dietro
la barriera delle taverne per turisti, c’è il paese, quello vero, con le vie
assolate, le case a due piani in muratura, il fruttivendolo, le persone sedute
per strada.
Immagini di una Grecia stanca, che non sa bene dove
volgere lo sguardo…
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