Non ho mai assistito ad una lettura di fotografie. Secondo il senso comune le fotografie si fanno e si guardano. E così anche io fino ad oggi, seguendo il senso comune, le ho scattate e le ho osservate, anche se per me scattare una foto non è mai significato solo fissare l’immagine perché l’immagine racconta e racconta soprattutto di noi, del nostro modo di vedere e trasformare ciò che vediamo.
Mossa da interesse e curiosità ho
deciso di partecipare come auditrice alla lettura del portfolio organizzata a
Ghedi dall’attivo circolo fotografico Lambda.
Arrivo nel primo pomeriggio. Mi
accoglie il presidente Piero, affabile e superefficiente. I lavori sono
iniziati già dal mattino, mi dicono che, come a scuola “i prof. sono andati giù
duri”, stroncando anche i progetti più pretenziosi e tecnicamente perfetti. E
già, che cosa è un portfolio non è chiaro nemmeno ai fotografi di lungo corso!
La sala del consiglio comunale sembra
un auditorium. L’atmosfera è un mix di suspense pre- esame e happening. Il pubblico è vario. I
fotografi con le loro cartelle, gli amici, i familiari di sostegno e i curiosi
come me. Nel centro della sala c’è un cavalletto per mettere in bella mostra le
foto in competizione. Ciascun partecipante
illustrerà il proprio lavoro, un “face to face” a tre, lettore/autore/pubblico.
Fantastico, un vero show con microfono e applausi a fine
rappresentazione!
E come in un vero show arrivano
le star, “ i lettori” Cinzia Busi Thompson
e Silvano Bicocchi, autorevolissimi critici fotografici , che giocano il ruolo
del buono/cattivo.
Inizia il match. Il buono
apprezza l’opera per la costruzione e la scelta delle immagini, la cattiva con
sguardo acutissimo e parole recise ne
evidenzia la scarsa originalità. Foto e
fotografi si alternano per tutto il pomeriggio. Sono incantata dalla competenza
e dalla efficacia delle osservazioni dei
lettori, che riescono a trasformare questo momento di sano antagonismo fra
fotografi in un vero e proprio laboratorio, meglio di un workshop!
E come ogni competizione arriva
il momento di proclamare il vincitore. The winner is….”Lievito Padre” un gioco
di parole per una short story in bianco e nero che descrive un giorno di lavoro di un “padre panettiere”. Un bell’esempio di parità di genere, bravo il
fotografo e brava la giuria. Un primo posto davvero meritato!
Finisce la giornata, restano le
immagini e la voglia di raccontare. La foto come una storia racconta ed ha la sua morale, come un
racconto suscita emozioni, ti cattura e ti porta via, e per esistere ha bisogno
dell’immaginazione di chi la guarda… di lettori di immagini.
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