lunedì 30 giugno 2014

I MOTIVI DEL VIAGGIO (cronache di navigazione)



Oggi viaggiare è di moda: siamo tutti viaggiatori. Dobbiamo partire e la meta è spesso più importante del viaggio. Dobbiamo arrivare e viviamo il viaggio come uno scomodo intermezzo fra la partenza e l’arrivo. C’è fretta di giungere a destinazione: prima si arriva meglio è.

Come arrivare può invece cambiare il senso del nostro viaggio. Il viaggio è un percorso in cui ci sperimentiamo e viviamo esperienze nuove: il viaggio è il luogo delle emozioni, ed  io quest’anno ho deciso di viaggiare in barca a vela.

Andare in barca a vela è faticoso, non ha niente a che fare con una crociera tutto sole e relax! “Lasca e cazza la scotta”, “cazza e lasca la drizza della randa”, ci vogliono muscoli!!!

Per i neofiti come me, fisicamente poco allenati, è davvero un’impresa impegnativa….

In barca gli spazi sono ristretti, ci sono regole da rispettare, un’organizzazione svizzera ed uno stile di vita spartano. I ruoli sono ben definiti, tutti lavorano non c’ è disoccupazione.

Un sistema democratico, ma chi prende le decisioni è concretamente responsabile per tutti. Il bene personale coincide con il bene comune, senza prevaricazioni perché la sicurezza di ognuno dipende dall’impegno dell’altro: un vero modello di organizzazione sociale!

Navigare in barca a vela misura la solidità dei rapporti. In barca sono naufragate anche le più solide amicizie. Anche la coppia scoppia… In barca vige la regola dell’essenzialità: quando salpi lasci a terra tutto il superfluo e porti con te l’essenziale.

Emerge l’essenza che può non piacerci o non piacere.

Nel mare sgombri la mente e crei nuovi spazi, il mare ti mette alla prova, dal mare riaffiorano le tue paure, nel mare ti misuri e misuri la tua forza.

I rapporti autentici si rafforzano perché il mare ti accoglie senza giudizi o pregiudizi: al mare non puoi mentire.

Nel quotidiano l’imprevisto è una scomoda eccezione. In barca è la regola. Per affrontare l’imprevisto occorre calma, ragionamento, inventiva e senso pratico. Navigare è un ottimo allenamento non solo per i muscoli, riattiva le abilità e ci rende più attenti, risveglia i nostri sensi intorpiditi dalla prevedibilità del vivere quotidiano.

In barca impari a gestire l’ozio come necessaria alternanza fra momenti di “impegno concentrato” e momenti di “stasi assoluta” recuperando quel sano “otium” latino: fermarsi per pensare, riappropriarsi del tempo per cercare di migliorare la qualità della vita. 


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