Arrivo all’aeroporto Suvarnabhumi
ancora un po’ sedata dal viaggio e dal fuso orario. Sono le 7. 30 di mattina (più
5 h rispetto all’Italia).
La struttura in vetro e acciaio è
un maestoso esempio di architettura contemporanea simbolo di una Bangkok
moderna.
Nessuna attesa, bagaglio a mano e
rapido controllo al passaporto, sono ufficialmente in Tailandia!
Il primo impatto con la
efficientissima rete di trasporti thai: Air Link, ferrovia ad alta velocità, più
taxi e in meno di mezzora arrivo in albergo in Samsen road nel quartiere
Kaosan.
Scendo dal taxi e la prima
sensazione è di entrare in sauna! Una vampata di calore che parte dai piedi e
sale fino alla testa lasciandoti un po’ stordito. Il calore insieme agli odori,
al sudore e ai suoni segnerà i ritmi di questi giorni a Bangkok.
Bagaglio in camera, tuffo in
piscina e come nuova apro la porta a vetri dell’hotel e rientro nel caldo. Senza
una meta precisa cerco di entrare in contatto con questa città.
Arrivo al fiume il Chao Phraya, enorme e lento. Prendo il
battello e mi sposto fino al Wat Arun (tempio dell’alba).
Lungo la riva vedo templi e grattacieli,
palafitte fatiscenti e grandi alberghi.
Le persone scorrono lungo i
marciapiedi occupati da banchetti e carrettini dove puoi comprare o mangiare.
Cammino fra gli odori di cibo e persone.
Salgo su un Tuk Tuk, una specie
di ape truccata all’orientale, variopinta e kitsch e dopo aver contrattato sul
prezzo mi faccio accompagnare alla Hualamphong
railway station e di li prendo lo skytrain (bts), la linea sopraelevata che in un batter d’occhio mi porta alla fermata Siam,
organizzatissima su più piani, con uffici di cambio, negozi, servizi di ogni
genere e soprattutto niente code per i biglietti!
A Siam, con me scendono gruppi di
ragazze allegre e complici nella comune intenzione di fare shopping. Oggi è
sabato anche a Bangkok !!!
Le strade sono caotiche, il
traffico è lento, persone e mezzi scorrono come il Chao Phraya.
Il caldo avvolge tutti. Anche i
miei movimenti sono più lenti. In questa città non c’è fretta la velocità e la
lentezza convivono amabilmente così come l'afa della strada e l’aria
condizionata dei centri commerciali.
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