Sono atterrata all’aeroporto
internazionale di Bangkok la mattina del 31 maggio 2014 , esattamente otto giorni dopo
l’annuncio del colpo di stato da parte del capo dell’esercito thailandese,
Prayuth Chan-Ocha.
Due giorni prima i militari
avevano imposto la legge marziale occupando le strade di Bangkok con i carri
armati.
I disordini che durante le
manifestazioni di protesta del novembre dell’anno scorso avevano provocato dieci morti e parecchi
feriti pareva non avessero lasciato strascichi, fino a quando all’inizio di
maggio il primo governo Yingluck Shinawatra è stato formalmente destituito.
L’unità di crisi della
Farnesina, pur presentando la situazione
generale come “fluida”, raccomandava ufficialmente “di
mantenere una elevata soglia di attenzione esercitando massima cautela”, e di rispettare il coprifuoco notturno entrato
in vigore a seguito della legge marziale.
Immaginavo di trovare le strade
barricate posti di blocco e militari ovunque, un clima di tensione adeguato
alle circostanze. Un’esperienza da raccontare!
Invece niente di tutto ciò, solo
il piacere di muoversi in una città inaspettatamente tranquilla.
Locali aperti di giorno e di
notte, gente allegra e sorridente apparentemente impermeabile alla crisi politica.
In
Thailandia la quota record di sette golpe solo negli ultimi dodici anni pare essere
solo una triste routine, una media non molto lontana dalla durata dei nostri
governi!
Bagaglio, biglietti e passaporto
in mano, sto raggiungendo il gate per
rientrare in Italia e porto con me solo “smile souvenirs”….........
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