giovedì 14 maggio 2015

IN VOLO PER YAZD (Cronache dall’Iran)


Prendo l’aereo per Yazd, un volo interno alle 7 del mattino. Intorno a me solo uomini in dress code con valigetta 24 ore: uomini d’affari che si spostano per lavoro.

Tutti compatti si avviano verso la pista, salgono in fila la scaletta, prendono posto, ridono si abbracciano calorosamente, complici nel  loro essere uomini.

Una dimensione apocalittica un mondo senza donne.

Eppure negli atenei, tutti a numero chiuso, la presenza delle donne supera il 60% , un trend in continua crescita.

A Tehran ci sono “donne in chador” che dirigono ospedali e testate giornalistiche, che lavorano nei cantieri come ingegneri, che gestiscono palestre.

Un fenomeno che pare abbia destato preoccupazione: “il mercato del lavoro caratterizzato ancora da una forte disgregazione non può assorbire un numero così ingente di donne lavoratrici”.

Un altro problema di conciliazione fra tradizione e spinte sociali.

Il rilancio economico che tutti si aspettano a seguito della fine dell’embargo contribuirà a favorire l’occupazione anche delle donne iraniane?

Le donne potranno essere davvero il motore del cambiamento sociale come ha affermato il premio nobel per la pace Shirin Ebadi?

Quante domande durante il volo per Yazd…..

 

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