venerdì 14 agosto 2015

UOMINI CHE ODIANO LE DONNE

Ancora un caso di violenza estrema sulle donne, proprio qui nella mia città.

I giornali locali in prima pagina, “Trento sotto shock: uccide compagna e figlia di lei, gli amici e i conoscenti dicono: Erano una coppia normalissima, che amava passeggiare e andare in bicicletta”.

La riflessione sulla violenza nei confronti delle donne in questi ultimi anni ha evidenziato come causa sociale “la tendenza del maschio a non considerare le donne come soggetti indipendenti con il diritto di autodeterminarsi”.

Il femminicidio un crimine fisico e morale, come forma di esercizio di potere e annientamento della donna previsto e sanzionato dalla legge, è un fenomeno che resiste nel tempo e in tutte le culture.

Minacciare, umiliare, attaccare l’identità e l’autostima delle donne non parrebbe proprio un fenomeno di nicchia, quell’eccezione che conferma la regola…In Italia i dati sul femminicidio  parlano chiaro una vittima ogni tre giorni.

Una violenza che deve essere conosciuta e riconosciuta in tutte le sue manifestazioni, che nasce dal senso di possesso e dalla disistima.

Ma il potere che l’uomo esercita sulla donna è davvero da considerare un’eccezione, un disturbo della personalità, comunque giustificabile almeno sotto il profilo psicologico o invece è un prodotto sociale?

Perché noi donne siamo sempre pronte a giustificare i nostri carnefici fino al gesto estremo? Cosa ci spinge alla sopportazione e al martirio? Perché restiamo spesso mute e incapaci di reagire di fronte alla prevaricazione di uomini che odiano le donne?

A fronte di questa inerzia c’è quindi da meravigliarsi delle parole di Arguello che al family day lo scorso giugno ha candidamente affermato “Il femminicidio è colpa delle donne che non amano i mariti”?

Donne e uomini vittime carnefici, ancora schiavi degli stereotipi riusciranno a superare le reciproche paure, ricomponendo i loro ruoli?

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